
(cliccare sull'immagine per ingrandirla)
Stazione ferroviaria di Cassino, ore 9.20, faccio il biglietto e aspetto il Pipo, poi penso che forse è già lì e allora mi metto alla ricerca ma non mi è difficile rintracciarlo: bancone del bar.+GRAZIE.jpg)





La nostra storia è tutta qui. La nostra vita; le emozioni, le gioie e le amarezze.
Il ricordo dell'amico perduto. Di quello ritrovato. Dei sogni sognati e di quelli vissuti.
Fotogramma per fotogramma in una storia che non ha mai fine.
E sarà così per sempre. Fino all'ultimo dei ricordi.
Fino all'ultimo FEDAYN.

Tessera del tifoso - solo uno strumento repressivo e liberticida, inutile al fine della sicurezza.

Sono nato ultras. Ho vissuto da ultras gran parte della mia vita. Ho scelto di essere tale per non assoggettarmi a regole, per non porre paletti alla fantasia. Ho tenuto forte tra le mani il megafono e ho dato voce ai miei compagni. Ho alzato poderosi bandieroni che non finivano mai con i colori della mia passione fino a confonderli nel cielo. Ho dato il tempo al frenetico rullare dei tamburi. Ho preso posto negli spazi di curva senza obbligo di numero. Ho cantato sotto la pioggia incessante e l’ho fatto sotto il sole cocente. Ho macinato chilometri di strade ed autostrade in piena libertà, nelle domeniche di panini nelle tolfe e caffè agli autogrill. Ho ideato e costruito coreografie, dipinto striscioni e colorato muri. Ho gioito e pianto per i miei colori. Ho tenuto tra la mano chiusa nel pugno torce e fumoni e ho visto il volto dei miei compagni nascondersi in quell’oblio.
Ho vissuto tutto questo.
Adesso vogliono ghettizzarci. Hanno ridotto la nostra passione a puro prodotto commerciale. Il business incalzante ha circoscritto i nostri sogni. Un Ministro del Nord di questa nostra Repubblica delle banane ha deciso di cancellarci per “decreto”, dietro il silenzio assordante dei media e di tutta la classe politica italiana.
Partite al sabato, al lunedì, turni infrasettimanali, orari diversi. Bisogna accontentare le lobby della televisione. Il dio denaro sopra ogni cosa. Biglietti nominativi e posti strettamente personali. Partite vietate agli ospiti. Partite a porte chiuse. Tornelli agli ingressi come se fossimo bestie che vanno al macello. Striscioni da autorizzare e certificare. Tamburi vietati. Fumoni e torce vietate. Bandiere con disegni vietate. Megafoni vietati. Diffide e denunce a grappoli. Stadi vietati a vita. Obbligo di firma in Questura.
Questo calcio non appartiene alla mia storia ultras e alla dignità di un uomo libero.
Continuerò ad essere un ultras perché diverso non saprei e non potrei essere.
E se questa “tessera del tifoso” diventerà obbligatoria allora la mia storia ultras finisce qua.
Non si può chiudere una vita vissuta nella libertà di un sogno e relegarla nell’angolo ristretto, grigio e vuoto di una tessera sbiadita.
Io non ci sto.
Paolo dei FEDAYN CASSINO 1977
IL BLOG DEI FEDAYN CASSINO, RACCOLTO L'INVITO DELL'AMICO DI TIVOLI INSERISCE PARTE DI COMUNICATO ED INVITA GLI AMICI CASSINATI CHE SONO INTERESSATI ALL'INCONTRO DI CONTATTARMI IN PRIVATO.
FEDAYN CASSINO pubblica volentieri sul blog questo invito pervenutoci dagli amici ultras di Cosenza. Vogliamo ricordare che la nostra storia ultras è iniziata oltre 30 anni fa ed anche se il tempo ci ha ridimensionati nel numero comunque non ha cambiato i nostri ideali e quella passione che ci porta sempre ad essere anti.
U.T.S.B. 

Se non conoscessero gli “ultras” potremmo essere scambiati per un popolo indios o pellerossa.
Fedayn Cassino è la storia ultras di una città. C’è chi ha dato poco. Chi ha dato tanto. Chi è ancora qua. Chi ha vissuto di questo ed è andato via con i colori nel cuore. Non c’è strada o angolo di questa città che non abbia parlato di noi. Non c’è gradinata che non abbia visto i nostri striscioni. Siamo ancora qui, puoi chiudere gli occhi e ritrovarci in una emozione. Su quel foglio bianco chiamato vita, scriviamo ancora la nostra storia.