Dichiarazione di Italo Di Sabato, responsabile nazionale Osservatorio sulla Repressione del Prc-Se.
mercoledì 26 agosto 2009
NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO
Dichiarazione di Italo Di Sabato, responsabile nazionale Osservatorio sulla Repressione del Prc-Se.
giovedì 13 agosto 2009
5 SETTEMBRE TUTTI A ROMA
" NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO - SI alla modifica dell'Art.9"
Sabato 5 Settembre ore 10:00 Roma -
A segito dell'incontro avvenuto nela città di Latina dove, con nostro grande stupore ci fù un affluenza di tifoserie da tutta Italia che hanno dimostrato voglia di combattere e di non arrendersi alle nuove forme di repressioni dello Stato Italiano ,si è deciso come già la maggior parte di voi sanno, di portare avanti questa battaglia tutti insieme mettendo sottocoperta rivalità , campanilismo e colori politici.
L'incontro di Latina grazie alla grande risposta degli Ultras Italiani accorsi da tutta la penisola con idee da proporre e voglia di combattere per la tutela del nosto " ESSERE" ; e sopratutto grazie alla partecipazione del pool di avvocati che alla grande maggioranza di noi ha finalmente delucidato le idee su cosa è la "Tessera del Tifoso " e su quali potrebbero essere le forme per contrastare il suo avvento; ci ha dato la voglia e la forza di rtirovarci per un altro grande incontro nella capitale.
Sono bastati pochi mesi per rimetterci tutti in moto verso l'unico obiettivo comune .
Questo prossimo punto di ritrovo dovrà servire a tutti noi a prendere una definitiva, posizione, da tenere per far sentire il nostro dissendo e per bloccare o limare le forme che caratterizzano la " Tessera del Tifoso ". Con la convinzione e la certezza che ogni gruppo organizzato e/o tioseria porterà con se un progetto reale e fattibile da poter valutare e attuare tutti insieme, invitiamo a partecipare senza indulgi e dubbi esistenziali che troppe volte hanno frenato la corsa dell' "Essere Ultras".
- Latina - Tivoli - Viterbo -Curva Sud Roma - Curva Nord Lazio -
lunedì 10 agosto 2009
SCIARPA AL CHIODO?
Io non voglio queste cose, sono nato nella prateria, dove il vento soffia libero e non vi è nulla che spezzi i raggi del sole, sono nato dove non vi sono recinti e dove ogni cosa respira liberamente.
Voglio morire lì e non fra i muri.
(Dieci Orsi – Capo Comanche)
Sono nato ultras. Ho vissuto da ultras gran parte della mia vita. Ho scelto di essere tale per non assoggettarmi a regole, per non porre paletti alla fantasia. Ho tenuto forte tra le mani il megafono e ho dato voce ai miei compagni. Ho alzato poderosi bandieroni che non finivano mai con i colori della mia passione fino a confonderli nel cielo. Ho dato il tempo al frenetico rullare dei tamburi. Ho preso posto negli spazi di curva senza obbligo di numero. Ho cantato sotto la pioggia incessante e l’ho fatto sotto il sole cocente. Ho macinato chilometri di strade ed autostrade in piena libertà, nelle domeniche di panini nelle tolfe e caffè agli autogrill. Ho ideato e costruito coreografie, dipinto striscioni e colorato muri. Ho gioito e pianto per i miei colori. Ho tenuto tra la mano chiusa nel pugno torce e fumoni e ho visto il volto dei miei compagni nascondersi in quell’oblio.
Ho vissuto tutto questo.
Adesso vogliono ghettizzarci. Hanno ridotto la nostra passione a puro prodotto commerciale. Il business incalzante ha circoscritto i nostri sogni. Un Ministro del Nord di questa nostra Repubblica delle banane ha deciso di cancellarci per “decreto”, dietro il silenzio assordante dei media e di tutta la classe politica italiana.
Partite al sabato, al lunedì, turni infrasettimanali, orari diversi. Bisogna accontentare le lobby della televisione. Il dio denaro sopra ogni cosa. Biglietti nominativi e posti strettamente personali. Partite vietate agli ospiti. Partite a porte chiuse. Tornelli agli ingressi come se fossimo bestie che vanno al macello. Striscioni da autorizzare e certificare. Tamburi vietati. Fumoni e torce vietate. Bandiere con disegni vietate. Megafoni vietati. Diffide e denunce a grappoli. Stadi vietati a vita. Obbligo di firma in Questura.
Questo calcio non appartiene alla mia storia ultras e alla dignità di un uomo libero.
Continuerò ad essere un ultras perché diverso non saprei e non potrei essere.
E se questa “tessera del tifoso” diventerà obbligatoria allora la mia storia ultras finisce qua.
Non si può chiudere una vita vissuta nella libertà di un sogno e relegarla nell’angolo ristretto, grigio e vuoto di una tessera sbiadita.
Io non ci sto.
Paolo dei FEDAYN CASSINO 1977