domenica 19 aprile 2009

QUEL 6 MAGGIO DEL 1984

In una calda sera di maggio, di tanti anni fa, Coyote scrisse sulla colonna di uno dei portici della nostra Malfa il risultato del giorno dopo. Cassino – Isola 1-0, gol di Cellucci, Quella profezia fu incredibilmente presa in pieno. All’88° il vecchio Leone Guerriero della Rossa e amata San Donato, s’innalzò con un volo d’angelo e con uno spettacolare colpo di testa trafisse il portiere biancorosso, facendo esplodere l’urlo di duemila persone che affollavano lo stadio quel giorno. Eravamo tanti quel giorno di 26 anni fa, stretti in un abbraccio a saltare l’”Aida” e cantare l’”Inno”. Sulla ringhiera Paolo e Cico, una schiera di tamburi con la Vecchia Guardia in prima fila, noi “piccoli” sui gradoni di sopra che ammiravamo quel bagno di folla ad urlare la nostra gioia di un’adolescenza mai dimenticata. Il sorriso di Michele che ci accompagnava ancora, lo sguardo enigmatico di Simone che scrutava la curva, l’emozione e l’eccitazione della prima grande bolgia di tifo che ci inebriava la mente. Dopo 26 anni oggi siamo ancora qui, con tanti anni di più sulla pelle, con tanti fratelli in meno, ma con la stessa identica voglia di esserci e sostenere questa maglia. Non so’ come finirà, ma l’importante è che la passione e la fede non siano tramontati. Se non dovessimo vincere questo campionato, poco importa fratelli miei.Noi che abbiamo vissuto l’umiliazione di quei campionati, a lottare e giocare su campi pieni dipolvere, noi sappiamo che restare in questo livello del calcio, è già una grande vittoria.Non disperate mai, e non ragionate con il senno dei se e dei ma. Noi la C2 l’abbiamo sognata e sperata fin da quel lontano giorno di maggio, e viverla oggi sembra ancora una incredibile conquista. Rammentate che ciò che più conta per tutti noi, è tenerci stretta questa fantastica realtà, e se poi dovesse arrivare il gradino più alto sarà ancora più bello viverlo. Per una città come la nostra che vive nell’assoluta apatia, e dove il vero amore per il calcio è appannaggio di un migliaio di persone appena, credo che per fare il “salto”, non sia ancora il momento giusto. Le case belle e resistenti, si costruiscono con la calma e su fondamenta forti e salde, e come qualche tempo fa ebbi modo di dire, c’è bisogno di buoni ingegneri e tanti tanti operai specializzati. Una città che riesce a fare appena duecento abbonati e una media di mille spettatori a partita non è pronta a salire e non ha la cultura calcistica e passionale adatte a supportare palcoscenici migliori. Tutto ciò che arriverà in più sarà di guadagnato, ma se non arriva non c’è da stapparsi le vesti. Questo è stato un anno difficile, non dimenticatelo per tutto ciò che è accaduto, dalla crisi societaria, all’esonero di Sandro Grossi. Non è stato facile gestire tanti problemi ed essere arrivati al traguardo così come siamo è già un grande risultato. Non mollate mai, non smettete mai di crederci, perché questo ci dice di fare il nostro grande cuore da ultras, ma ricordatevi anche di guardare anche dietro e riflettere da dove veniamo.
AL TUO FIANCO FINCHE’ VIVRO’

Pietro dei Fedayn

QUESTO E' IL CALCIO

Questo è il calcio lor signori, questo è il gioco più bello del mondo. Qui potete ammirare i migliori calciatori sulla piazza, venite gente venite. Ammirate questi protagonisti instancabili, guerrieri del prato verde.Venite, continuate ad esultare, continuate a restare impassibili e a fare finta di niente. Questo era il mondo che dava speranze ai ragazzi nei loro sogni adolescenziali. Questo era il mondo di noi ragazzi di periferia che ci sentivamo ricchi nei gol fatti nelle porte di giubbotti nelle partite giocate per strada che non finivano mai. Siamo cresciuti e siamo diventati ultras perché non ci piaceva fare i Bearzot seduti e allora suonavamo i nostri tamburi e allungavamo i nostri striscioni. Era la nostra passione. Poi ci hanno tolto questo perché hanno voluto farci credere che gli strumenti del nostro tifo fossero il “marcio” del gioco del calcio. E allora sono iniziate nei governi che si sono succeduti ed avvicendati le crociate anti ultras. Poi in un giorno di aprile la terra ha tremato in questa nostra Italia a pochi giorni dalla santa Pasqua, ha tremato così forte da lasciare dietro di se il suo triste carico di distruzione, morte e desolazione.
Ha tremato così forte da metterci paura nelle scosse che hanno continuato ad esserci come una testimonianza presente e viva. Dodici di aprile, Pasqua, la più grande festa per il mondo Cristiano, abbiamo pensato che il mondo del calcio per onorare i bambini, gli uomini e le donne che sono cadute sotto il peso delle case che cedevano si sarebbe fermato anche in concomitanza della festività. Abbiamo pensato al dolore di migliaia di persone. Abbiamo pensato a tutto questo, poi ci siamo ricordati di essere ultras, di essere quelli che inquinano il gioco del calcio, quelli da debellare ad ogni costo e allora non avrebbe avuto senso fermare il calcio per una giornata. Perché fermare il business delle partite vendute sulle pay tv e su sky? Perché annullare tutte quelle scommesse che ruotano intorno al gioco più bello del mondo? Perché togliere i tornaconti a questi signori? Mica sono loro il cancro del calcio, siamo noi con le nostre bandiere e i nostri fumoni. Noi che usciamo sui quotidiani a titoli cubitali se ci scazzottiamo fuori gli stadi.
Noi che siamo da reprimere ad ogni costo e con leggi speciali. A voi giornalisti che scrivete dietro dettatura dei vostri padroni. A voi padroni di Società e di Leghe e Federazioni varie. A voi che sedete sugli scanni del Parlamento. A voi che il colore dei soldi è più forte della vostra stessa vergogna. A voi che avete continuato a giocare a correre ad esultare senza più una decenza.
A voi tutti il mio più grande sdegno.
Questo signori è il vostro calcio dettato dalle logiche di mercato e dalle quotazioni in borsa che avvelena e corrode coscienze e sentimenti. Resto ancora un ultras, non integrato e bandito dal vostro sistema con le vostre leggi e i vostri titoloni. Resto un ultras e oggi sono orgoglioso del mio mondo e del vostro non essere “accettato” perché la vergogna è solo la vostra, la macchina mangiasoldi del calcio deve continuare su morte e dolore.
GRAZIE A DIO IO NON SARO’ MAI COME VOI….
......PERCHE’ VOI NON SARETE MAI COME ME.
PABLO63


lunedì 6 aprile 2009

SOLIDARIETA'




LO STAFF DEL BLOG DEI FEDAYN CASSINO 1977 E DELLA FANZINE OLD LOVE SI STRINGONO AL DOLORE DELLE FAMIGLIE VITTIME DEL TERREMOTO IN ABRUZZO.