martedì 31 marzo 2009

LA TESSERA DEL TIFOSO


CARO MARONI NOI LA TESSERA DEL TIFOSO L'ABBIAMO SEMPRE AVUTA, TIENILA PER TE NON SAPPIAMO CHE FARCI..... DAL 1977 ABBIAMO LE NOSTRE. GRAZIE!

domenica 29 marzo 2009

ONORE A STEFANO FURLAN

Mercoledì 8 febbraio 1984, al termine di Triestina-Udinese di Coppa Italia, Stefano Furlan, 20 anni tifoso della Triestina, viene colpito al capo da diverse manganellate e finisce in questura. Dopo i soliti accertamenti, verso sera viene rilasciato. Subito dopo inizia ad avvertire i primi dolori alla testa. Il mattino seguente Stefano sta molto male e, portato in ospedale, perde i sensi nella sala d'attesa del pronto soccorso. Entra in coma profondo. Dopo 21 giorni di agonia giovedì 1 marzo muore. Nel novembre del 1985 la Corte d'Assise condanna ad un anno di reclusione con i benefici di legge l'agente che uccise Stefano. Nell'ottobre del 1992 la Curva del nuovo "Nereo Rocco" viene intitolata a lui.

giovedì 12 marzo 2009

IL POPOLO DEGLI ULTRAS

Se non conoscessero gli “ultras” potremmo essere scambiati per un popolo indios o pellerossa.
D’altre epoche sicuramente e forse di altri mondi. Ma non lo siamo, viviamo la nostra realtà che accettiamo. Tanti passivamente la subiscono, altri in modi e maniere diverse la combattono.
A questo punto la similitudine e l’accostamento con i gloriosi popoli “pellerossa” è d’obbligo.
E se tanti gruppi ultras d’Italia, compreso il nostro, hanno preso a simbolo “l’indiano” forse nel profondo del loro inconscio avevano intuito, immaginando il proprio futuro in un triste ed oscuro scenario.
I pellerossa d’America, razza indomita e libera che solo leggi “globali” hanno asservito a logiche di dominio e potere. Sembrerebbe così agli occhi dei più, ma quei popoli non hanno perso perché il nemico yankee fosse numericamente e militarmente superiore, hanno perso perché si sono annientati tra loro. Fatto guerre fratricide e di territorio. Da qui l’inevitabile sconfitta conseguenza di umiliazioni e privazioni di ogni genere.
Ecco l’accostamento al “nostro mondo”, siamo ultras si, ognuno dei propri colori, della propria identità come è giusto che sia, però così facendo non capiamo che stiamo cadendo in un baratro senza ritorno.
La logica conseguenza delle nostre diatribe interne ad ogni gruppo e quelle esterne con assurdi episodi di intolleranza e violenza hanno dato modo di decimarci e quindi di essere più vulnerabili.
Leggi speciali che ci ghettizzano alla stessa stregua delle “riserve indiane”. Tutto vietato o quasi tutto. Quello che non è vietato deve essere certificato. Si annullano e si timbrano libertà e dignità.
In questo modo ci hanno divisi, umiliati e schedati. Continuiamo a farci le nostre guerre tra di noi illudendoci di difendere ancora le nostre libertà. E intanto ci hanno divisi e decimati.
Il “Popolo Ultras”. Abbiamo girato negli anni piazze, strade e stadi dell’Italia intera, ognuno con i propri colori e fieri abbiamo vissuto la passione dei nostri ideali.
Ci stanno togliendo tutto senza accorgerci che i nemici sono altri e non l’ultras “diverso” da noi.
È di un’altra tribù e quando eravamo davvero liberi forse era un potenziale “nemico” da prevalere, da sopraffare comunque e ad ogni costo.
Oggi i nemici sono altri. Sono quelli che ci hanno rubato con leggi speciali, i nostri territori “di caccia” i nostri “fiumi” le nostre ”terre”, i colori i suoni. L’aria delle nostre domeniche che respiravamo in libertà. Eccoli i “nostri nemici” le “giacche blu” yankee, tutte distintivi e manganello, scagnozzi di altri uomini in doppiopetto blu che siedono negli scranni del Potere.
Questi sono i mali da estirpare e da estinguere se non vogliamo finire in uno straccio di “riserva” con l’illusione di crederci ancora guerrieri ribelli.
Fino a quando non capiremo che questa è “priorità assoluta” e non la finiamo di dividerci su ogni cosa e la finiamo di “guerreggiare” tra di noi il nostro futuro è irreversibilmente segnato da un triste destino.