Sveglia all'alba, se possiamo
chiamarla sveglia visto che praticamente, quella porzione di notte l’abbiamo
passata quasi tutta in bianco. L’attesa è di sé stessa parte del viaggio e
questo viaggio per noi ha avuto inizio nel momento in cui i nostri calciatori
hanno alzato al cielo quel mercoledì del 6 gennaio, la Coppa Italia Regionale.
Attesa lunga e frenetica, di serate in pizzeria, di post e messaggi scanzonati
e irriverenti. Attesa fatta di una organizzazione meticolosa e perfetta; la
sera stessa del sorteggio che ha decretato la partita di andata in Sardegna, la
gran parte del Gruppo Storico aveva già la prenotazione dell’aereo in tasca.
Nella diversità delle sue tante anime
ultras, Fedayn Cassino ha raggiunto Ghilarza con ogni mezzo. Dall'auto al treno
per gli spostamenti da Cassino a Ciampino e da Cagliari a Ghilarza, con volo
aereo nel mezzo dei due spostamenti. I più arditi, sobbarcatosi due giorni di
viaggio, tra andata e ritorno, sono andati con la nave. Imbarco a Civitavecchia
con scalo ad Olbia. Ma tempo, costi e fatica non hanno frenato la passione.
Questa è la nostra serie A, questi sono i nostri colori e per noi, da sempre, valgono
più della categoria, si amano a prescindere.
Come accennato la giornata inizia
presto. Ritrovo e partenza in auto alle 5 nei pressi della stazione. Facce assonnate
ma piene di vita, ricche di entusiasmo, come ragazzi alla loro prima giornata
di gita scolastica. Ma non abbiamo più l’età per sedere su un banco di scuola, i più sono papà con figli
al seguito, più di qualcuno ha superato i 50 anni, ma appartenenza e amicizia
abbattono le barriere del tempo. Siamo ancora qui. In questo spazio di vita si
cresce bene.
Si parte, destinazione aeroporto di
Ciampino. Si arriva con largo anticipo, ma era tutto programmato. Foto di rito
prima della partenza. Per tanti di noi è la prima volta in volo, per il Gruppo,
nel numero considerevole di presenze è la prima in assoluto, alla soglia dei
quarant'anni di storia. Nessuno accusa la notte passata in “bianco”, nell'aria si
innalzano i primi cori. Non si accusa stanchezza. Intanto la luce del giorno
timidamente avanza e con lei cresce anche la nostra euforia. Ogni tassello di
giornata si dimostrerà un pezzetto di laterale sud. Birra e cori ci
accompagneranno per tutto il tempo della giornata senza soluzione di
continuità.
Si sale sulla navetta che ci
accompagna all'aereo… poi il volo. Il viaggio ha inizio, almeno quello che ti
tiene in apprensione. Mentre la terra si allontana ci immergiamo tra le nuvole.
Il cielo ha i nostri colori. Qualche bottiglia di sambuca vola anch'essa di
sedile in sedile e ad ogni passaggio si consuma un po’, momentaneamente
sostituisce la birra che comunque non mancherà mai. Quando scompaiono le nuvole
vediamo un'altra distesa azzurra: è il mare. Si intravede terra, iniziamo a
scendere. La Sardegna.
Aeroporto di Cagliari. Ancora cori. Le
diverse anime ultras si incamminano per strade diverse, ma verso una unica
meta. Una parte di noi continuerà il viaggio in auto, l’altra in treno. La
pioggia sottile viene giù a tratti, alternandosi a schiarite che diventeranno
definitive nel pomeriggio. Prendiamo le auto prenotate e ci incamminiamo verso
Ghilarza, altri 150 chilometri di strada, on the road. Il paesaggio è quello
visto tante volte in TV nei vari documentari, il verde avvolge il nostro passaggio
verso l’entroterra. Giungiamo a Ghilarza, piove, tappa della nostra fermata casa
di Gramsci, adibita a Museo. Per tanti di noi è un tuffo nella memoria, tappa obbligata.
Resterà nell'arco della giornata l’unico spazio dove non ci saranno cori e
birra, ma non mancherà comunque la goliardia da parte di qualcuno.
Resta l’emozione della visita al Museo,
il ricordo è toccante ma non c’è tempo per i sentimentalismi. Si pensa alla
tavolata che ci attende. L’uscita dal museo è accompagnata dalla pioggia, ma
non la sentiamo, cerchiamo il ristorante dove avevamo la prenotazione. In macchina
e via. Arriviamo alla nostra meta, il locale è accogliente. Prendiamo posto a
tavola. Per la compostezza sembriamo più una famiglia che un vecchio gruppo
ultras. Ma dura poco. Si innalzano i bicchieri e si incomincia a bere. Come se
avessimo mai smesso. Si continua a scherzare, ci si alza
per le foto, per recarsi fuori a fumare. Consumiamo i pasti in allegria. Si trova
sempre lo spazio per le battute e le note goliardiche. Ci si sente tutti parte
dello stesso spettacolo. Siamo noi. Un gruppo di amici che porta avanti questa
storia cassinate da quasi otto lustri.
Ci congediamo dal ristorante con una
foto di gruppo. In alto le sciarpe e i nostri cori che strappano sorrisi agli
altri ospiti del locale. Sale la tensione. Dobbiamo raggiungere la meta del
nostro viaggio qui in terra di Sardegna. Ma per noi è stata una emozione ogni
istante della giornata vissuto fino a quel momento. Emozioni che giuriamo
dureranno ancora a lungo nella nostra memoria. Di nuovo in auto, il paese non è
grande ma non sappiamo da che parte andare, prendiamo una strada e ci
incamminiamo. Dopo varie peripezie troviamo lo stadio. Siamo l’ultimo tassello
degli arditi cassinati a giungere al campo. Quando arriviamo qualcuno è ancora
fuori, gli altri son dentro. Si sente a pelle un clima di grande festa. Una accoglienza
straordinaria da parte dei locali, la gente del posto è entusiasta: brividi.
Il gruppo entra. Posizioniamo le nostre
pezze sulla ringhiera della tribuna. Sembra riprodotta in piccolo la nostra
Laterale Sud. Gli altri gruppi posizionano i loro striscioni sulla rete che ci
divide dal campo. Prendiamo posizione sugli spalti. Numero considerevole,
pensando alla distanza e alla giornata infrasettimanale lavorativa. Ma restano
dettagli, la fede non conosce pause. Non ha ostacoli. Tutti rigorosamente
posizionati come se giocassimo tra le mura amiche. Ognuno ha il suo posto. I lanciacori
sulla ringhiera, gli altri dietro. Altri ancora dietro la propria pezza. Ma oggi
si canta all'unisono. E si sente. La piccola tribuna coperta amplifica le
nostre voci. I nostri cori si innalzano alti. A tratti siamo noi lo spettacolo.
Sarà l’adrenalina accumulata nei giorni dell’attesa. Sarà la birra che non
smette mai di esserci. Ma noi siamo possenti. Quando intoniamo i nostri cori si
annullano anche le distanze esistenziali tra le diverse anime ultras. Oggi è
una giornata particolare. Il Cassino da spettacolo in campo e noi sugli spalti
diventiamo spettacolo nello spettacolo. Vinciamo tre a zero. Negli ultimi dieci
minuti di gara si aggiungono a noi i ragazzi di Ghilarza, chiudiamo alla grande
questa giornata straordinariamente viva. Intonano i nostri cori. Un riconoscimento
che va oltre le nostre aspettative. Ci scambiamo gli abbracci. Le sciarpe. Tanti
di noi ritorneranno a casa con al collo i colori giallorossi, simbolo della
città di Ghilarza. Le nostre sciarpe biancoazzurre orgogliosamente vive sui
ghilarzesi. Finisce la partita, i giocatori sotto il settore ad applaudirci. È un
tripudio di emozioni.
La festa continua al bar dello stadio
dove non si finisce mai di bere. il sindaco ci invita ad un rinfresco offerto
nel salone antistante la tribuna e gli spogliatoi. Una parte di cassinati
intraprende la via dell’aeroporto, il pullman li accompagnerà a prendere il
treno che li riporterà a Cagliari. Gli altri resteranno a far festa. Nel giorno
che non ha mai smesso, di esserla.
Pensavamo ad un rinfresco. È stato
qualcosa di sproporzionatamente grande e sublime. La gente del posto ci ha
accolto in una maniera incredibile. Sembrava aver vissuto quel momento altre mille
volte, tanta era la disponibilità e l’ospitalità. Invece ci trovavamo lì, in
quella parte di mondo, lontano dalla nostra Cassino, per la prima volta. Persone
che difficilmente rincontreremo lungo il nostro cammino ultras, che sono state
in grado di lasciare dentro di noi, in ognuno di noi una traccia indelebile. Passa
in secondo piano anche la straordinaria vittoria della nostra squadra. Qualcosa
che resterà a lungo scritta nelle pagine della nostra memoria. Fedayn Cassino
non finirà mai di stupirsi. E di stupire.
Ci congediamo da quel calore. Ci attendono
altri chilometri di strada. Il volo. Un ultimo saluto verso tutti, un abbraccio
con lo sguardo e via. Ripercorriamo la strada al contrario. La giornata tende
alla fine. Malgrado tutto non accusiamo fatica. Abbiamo ancora voglia di
scherzare, di cantare. Di prenderci in giro. Siamo fatti così. Pensiamo ancora
che dopo questa avventura ce ne saranno tante altre. Pensiamo alla partita di
ritorno. Fantastichiamo improbabili scenari futuri. Semifinali. Finali. Sogniamo
un’altra Viareggio trent'anni dopo. Mentre l’auto divora l’asfalto. Giungiamo all'aeroporto di Cagliari.
Consegniamo le auto e poi dritti al
terminal. Ci ricompattiamo con gli altri giunti in treno e con la squadra che
prenderà il nostro stesso volo. Qualche timido coro. La stanchezza inizia a
farsi sentire, ma l’euforia no. Non si arrende. L’aereo è pronto a riportarci
indietro, a Ciampino.Ci ritroviamo al punto di partenza, o
quasi. Scendiamo dall'aereo e ci incamminiamo. Sciarpa al collo e negli zaini i
propri vessilli. Le diverse anime ultras, ognuna nella propria direzione riprende
il cammino verso casa.
Ci si saluta e ci si da un arrivederci alla prossima
avventura.
Al prossimo viaggio.
Il prossimo appuntamento è già domenica.
9 commenti:
William James
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