mercoledì 16 dicembre 2009

CASERTA 13/12/2009

Stazione ferroviaria di Cassino, ore 9.20, faccio il biglietto e aspetto il Pipo, poi penso che forse è già lì e allora mi metto alla ricerca ma non mi è difficile rintracciarlo: bancone del bar.
Finisce di fare colazione e saliamo sul treno, puntuale alle 9.30 parte: destinazione CASERTA.
Saliamo sul treno e ci sediamo uno difronte all’altro; 90 anni di vita in due. Tanta della quale spesa nelle curve di stadi di mezza Italia. Vite e storie diverse ma su quel binario quelle realtà non sono poi così distanti; un ultras è uguale in ogni angolo di Italia. E così mentre quel treno ci porta a quella che un tempo, prima che un’alchimia del duce stravolgesse confini modi ed usanze, era la nostra Provincia, parliamo della sconfitta subita il giorno prima nella trasferta di Roma contro la Cisco e di alcuni problemi inerenti la nostra tifoseria. E tra un paesaggio avvolto nella foschia di un freddo dicembre e qualche racconto e ricordo ultras ci avviciniamo alla nostra meta.
Arriviamo a Caserta, il tempo di prenderci un caffè al bar ed ecco arrivare i nostri amici CRIPS; Davide e Tommaso che ci terranno compagnia per tutta la giornata. Baci, abbracci e saliamo in macchina. Di corsa a prendere le “pezze” da un amico e poi di corsa al Pinto. Davide destreggia nel caos cittadino e mi fa pensare a Bruno Conti quando scappava sulla fascia e poi driblava gli avversari come fossero paletti. Non noto la differenza con Cassino, l’aria mi è particolarmente familiare come se quei ragazzi fossero il mio quotidiano. La città conserva ancora quel fascino di “vecchio” che le bombe americane non hanno portato via…. anche la mia Città avrebbe avuto un centro storico di tutta invidia. Parlando e immaginando arriviamo allo stadio. Fermata rigorosa al bar, sarà una consuetudine per il resto della giornata e non una eccezione, vista anche la presenza al mio fianco del Pipo. Entriamo dalla parte della “centrale” e attraversiamo il campo per arrivare al “nostro settore”. La poca distanza la percorro fantasticando in quello stadio che ha visto protagonista la Casertana in B… poi i miei occhi vanno sulla “curva sud” e il pensiero va a Coyote e di quando lui ci parlava con orgoglio di tutti i suoi amici nei Fedayn Bronx negli anni ’80. La testimonianza di tanto calore mi viene dimostrata ampiamente nell’arco dell’intera giornata; in tanti mi chiedono, mi raccontano e mi dicono di salutarlo… si Coyote, grazie a lui questa bella “storia ultras” si tramanda negli anni. Arriviamo nel settore, tutti mi abbracciano e mi salutano davvero con grande affetto, sono già lì a mettere i loro vessilli, nello zaino ho anche la mia “pezza” inseparabile amica di una vita ultrà. Il sapore di quegli istanti mi fa tornare indietro negli anni, a quel calcio pulito, senza schedature, forzature e divieti. Quando entrare la domenica mattina allo stadio per mettere gli striscioni e posizionare i tamburi era come aprire la porta di una stanza di casa tua e sentirci dentro tutta l’armonia e l’affetto che solo lì puoi trovare. Questo è stato per me vedere quella gente ancora libera di essere ciò che vogliono “essere”. Si parla, si beve, ci si racconta. Si vive. Vedere i vecchi ragazzi dei FB fa sempre un bell’effetto, vederli ancora lì al loro posto. Qui scopro un mondo ultras ancora pulito e schietto. Come nella natura delle cose, gerarchie dettate dal tempo e il rispetto più assoluto nei principi fondamentali basati sull’amicizia. Nel pomeriggio tifando mi rendo conto anche della grande passione, del sapersi divertire e della goliardia di questa grande tifoseria. Sulla pista d’atletica faccio qualche scatto agli striscioni. Sono un ladro d’immagini. Poi ascolto i ragazzi della curva che stanno organizzando una raccolta di beneficenza per le famiglie bisognose della città. Noto la passione che ci mettono nel preparare il tutto senza lasciare nulla al caso. L’entusiasmo e la voglia di fare certo non manca. Ultras è anche questo.
Ritorniamo verso la macchina, altre foto e altra capatina al bar. Io e Pipo ci immortaliamo sotto il falchetto rossoblù, logo e simbolo della città. Davide mi parla di loro, della “piazzetta” ritrovo abituale dei FDC e di altri aneddoti personali e di curva. Tommaso mi parla del cugino Tonino, vecchio fedayn cassino e che ormai non vede da anni. Della zia che vive qui a Cassino e di Flavio. E raccontandoci arriviamo al ristorantino dove gli amici ci hanno accolto davanti ad una tavola apparecchiata e a dell’ottimo vino. Ci gustiamo in diretta la vittoria della Juve Caserta di basket e poi iniziamo il giro di valzer dell’ottima cucina dello chef. Sciarpe e bicchieri in alto, l’amicizia si esalta anche in questi momenti carichi d’emozione. Questi frangenti di vita e questi amici mi fanno pensare che in fondo non ho speso male i miei anni ultrà…. Consumiamo il pasto, un ultimo sorso ai limoncini che scorrono a fiumi e poi destinazione Pinto. Le macchine dei fdc si fermano nella piazzetta, il luogo del “ritrovo” e da lì ci incamminiamo a piedi. Si intona il coro del “gruppo” che parla di “borghetti” e da “fuori dal coro”, non conosco ma mi associo al pensiero. Pochi metri ed eccolo qui, alla comitiva si aggiunge Mario di Venafro, casertano di adozione. Felice sorpresa, è sempre un piacere parlare di ultras con lui. Entriamo nello stadio, passo sotto la sud inagibile per arrivare nei distinti, mi posiziono all’altezza della buchetta dei crips. Inizia un gran tifo, voce, bandiere sempre al vento e il tamburo dei FB che scandisce tempi e ritmi ai cori. Mi diverto tantissimo, era tempo che in “curva” non trovavo una serenità così, la partita va avanti e i cori non cessano mai, il risultato sarà di 3 a 0 per i rossoblù ma per un ultras è una statistica di poco conto. Certo vedere questi ragazzi tifare in questa categoria mi lascia molto da pensare. Ma sono le regole del gioco e lì capisco che il vero ultras non conosce categoria. Finisce la partita e con essa mi accorgo che sta finendo anche una giornata indimenticabile. Ritiro la pezza dal campo e continuando ad intonare il loro inno i ragazzi dei crips si allontanano verso la piazzetta, ed io con loro. Davide fa la conta dei presenti per la prossima trasferta in provincia di Brindisi, visto il numero opta per il pullmino da nove. Il sole è calato e noi facciamo le ultime foto dietro i vessilli dei due gruppi. Ci stringiamo tutti nel calore dello stesso abbraccio e poi ci salutiamo. Ci ritroveremo fratelli dietro un altro bicchiere e dietro i nostri colori…. Davide e Tommaso ci riportano alla stazione mentre cala il sipario su questa splendida giornata ultras.
Pipo in treno mi racconta di aver passato una giornata davvero entusiasmante e vera, poi si distende sui seggiolini, il treno corre sull’Antica Terra di Lavoro e ci riporta a Cassino.
Arrivati, Pipo finisce la nostra avventura là dove la mattina l’ho incontrato: al bar. Ed io mi incammino verso casa, sono ormai le 19.00 e il cuore ancora ricolmo d’emozioni.

Dedico questo mio racconto a Davide dei CRIPS e a tutti i ragazzi di Caserta che mi hanno regalato nello spazio di poche ore una gioia infinita.

Paolo dei Fedayn 1977



(interno 18. Casertana: gli ultras rossoblù fianco a fiano con i "fedayn cassino")

3 commenti:

Venafrum ha detto...

Domenica è stata senz'altro un bellissima giornata sotto tutti i punti di vista.
Vista da me che ne conosco le rispettive realtà è stato entusiasmante.

Un caloroso saluto ai miei fratelli cassinati e alla grandissima gradinata ultras casertana per la calda accoglienza di domenica scorsa

USQUE AD FINEM...ULTRAS!

Mario

Anonimo ha detto...

Il racconto è da pelle d'oca. Grandissimi tutti peccato per la giornata uggiosa sarebbe stato ancora più bella.....

"CASERTANA E CASSINO"

gk ha detto...

Il tuo racconto caro Paolo è da brividi. Anche se con una "gamba sola" sono corso allo stadio xchè non potevo non salutarvi. Mi spiace perchè le mie condizioni non mi hanno consentito di trascorrere l'intera giornata con voi, ma sono sicuro che ci sarà una "replica"!
un saluto a te a Pipo

Gk - gambadilegno